Ciliegio

Ciliegio

Il ciliegio (Prunus avium) è originario dell'Europa e in alcune zone montane fredde dell'Asia minore. In Italia è presente naturalmente dalle zone alto collinari sino a quelle montuose, talvolta al confine della zona tipica delle latifoglie, presentando una buona resistenza al freddo.

Appartiene alle Rosaceae, sottofamiglia Prunoideae, pertanto l'albero presenta rami a legno e rami a frutto e il frutto è una drupa; la corteccia si presenta come costituita da una serie di anelli. Si tratta di un albero deciduo, che perde le foglie in autunno, che cresce dai 15 ai 32 m di altezza. Cresce in qualunque tipo di clima e in piena luce. Tutte le parti della pianta eccetto il frutto sono tossici perché contengono glicosidi cianogenetici.

Poco esigente sul tipo di terreno, teme solo le terre troppo umide e impermeabili. Albero rustico a portamento svasato, il ciliegio si arrotonda con il tempo. La sua abbondante fioritura bianca in marzo-aprile teme le gelate tardive: i fiori muoiono a -2°C. I frutti vengono raccolti a seconda delle varietà da maggio a fine luglio.

Del ciliegio fanno parte due specie: l'avium, cioè il dolce, molto diffuso in Italia, con portamento assurgente, e il cerasus (amarena), l'acido, più cespuglioso e pollonifero, diffuso più nel nord Europa.

L'albero essuda una resina dalle ferite nella corteccia, per mezzo della quale protegge le ferite dalle infezioni provocate dagli insetti e dai funghi. Sopporta solo modeste potature di formazione, ed ancora più modeste potature di conduzione.

Il legno del ciliegio è di qualità ricercata per il valore commerciale, si tratta di un legno di colore bruno rosato da chiaro a giallastro, a volte usato per rimpiazzare legni preziosi come l'anacardo. È ricercato dall'industria mobiliera, sia in tronchi che in travi (mobili e sedie di stile). Questa utilizzazione esige degli alberi di bella conformazione. L'importanza di questa domanda per la falegnameria marginalizza le altre utilizzazioni del legno (scultura, tornitura). Di norma si preferisce per l'utilizzo come legno commerciale le varietà botaniche, coltivate a tale scopo. Il ciliegio offre un legno avente delle buone proprietà meccaniche (resistenza alla compressione, trazione o flessione) e di buon aspetto; tuttavia, presenta la facilità di seccaggio, e può essere talvolta fibroso.

Originato dal ciliegio selvatico, il ciliegio dolce è coltivato per il frutto: ciliegia, che nei secoli è stato differenziato in moltissime varietà. Delle altre specie simili al ciliegio dolce, solo le varietà derivate dal Prunus cerasus (amarena o ciliegia acida), costituiscono uno scomparto minoritario delle ciliegie commerciali.

Il ciliegio è una buona pianta mellifera, ma la produzione di miele si ha solo in zone dove è abbondante il ciliegio selvatico o il ciliegio coltivato. La resina è aromatica e viene usata come aroma per le gomme da masticare. L'industria farmaceutica usa il succo dei pedicelli dei frutti che ha proprietà astringente, antitossica e diuretica.

Moltissime varietà di ciliegio dolce sono autoincompatibili, perciò è spesso necessario piantare almeno due o tre piante vicine di varietà diverse. Nel caso in cui non ci sia spazio per più piante, per favorire l'impollinazione è possibile sistemare vicino all'albero, durante la fioritura, un ramo tagliato purché; anch'esso fiorito, di una varietà diversa.

La crescita è abbastanza rapida. Sono capaci di crescere anche 1 metro per anno. I primi frutti si hanno a tre anni dall’impianto, ma la piena produzione si raggiunge dopo 6-8 anni. Il ciliegio è un albero che produce moltissima linfa. Per questo è sempre consigliabile non potare quando si è in periodo di linfa ascendente: la conseguenza inevitabile sarebbe un’eccessiva fuoriuscita con indebolimento dell’albero e facile penetrazione dei patogeni. L’ideale è effettuare questa operazione appena dopo la caduta delle foglie, cioè tra settembre e ottobre. Evitiamo però in periodi di gelo.

Dopo molti anni senza essere stati curati i vecchi ciliegi necessitano di una potatura di ringiovanimento. Ad ogni modo questi alberi patiscono particolarmente questi interventi e bisogna sempre cercare di tagliare rami di diametro al massimo di 5 cm.

Come tutte le drupacee c'è il pericolo della Sharka (PPV), e del cancro batterico delle drupacee; tra le crittogame si ricorda la già citata Monilia che colpisce rami fiori e frutti. Diversi sono i parassiti animali che possono provocare danni sia alla pianta che al prodotto: tra gli afidi l'afide nero (Myzus cerasi F.); tra le cocciniglie Comstockaspis perniciosa Comst.e Lepidosaphes ulmi L.; la mosca delle ciliege (Rhagoletis cerasi L.), le falene dei fruttiferi, i rodilegno (Cossus cossus L. e Zeuzera pyrina L.) e altri insetti e acari (ragno rosso, ragnetto giallo del melo, ecc.). Anche gli uccelli possono provocare danni ai fiori e ai frutti sia in fase di sviluppo che a maturazione.

Il ciliegio simboleggia la prosperità e la felicità terrena. Il fiore rappresenta la purezza ed è, per alcune popolazioni, l'emblema dell'ideale cavalleresco.

Regalare un ramo di ciliegio fiorito indicava un ammirevole comportamento educato, secondo il significato ottocentesco anglosassone dell’epoca vittoriana mentre, in Cina, si riferisce ancora alla bellezza e alla sessualità femminile. Nella simbologia giapponese incarna un messaggio augurale di buon auspicio, felicità, affetto, amore, ma anche di caducità per la brevità del ciclo di vita di questi fiori delicati e fragili dalla bellezza radiosa destinata a sfiorire al massimo nell’arco di due settimane all’anno.

In Giappone abbiamo l’imbarazzo della scelta per ammirare i Fiori di ciliegio in occasione soprattutto del ‘Festival del Ciliegio in Fiore’. Si tratta di una tradizione molto antica che richiamava tutti nei parchi a contemplare Fiori di ciliegio (‘Hanami’) approfittandone per chiacchierare con gli amici, rilassarsi e organizzare picnic e canti. Tuttora accade ed è un appuntamento importante sia dal punto di vista sociale che culturale.

 

Startup Growth Lite is a free theme, contributed to the Drupal Community by More than Themes.